Benzina, così l’automobilista italiano si rifiuta di risparmiare (tanto)

Non sente e non vede, ma parla. Spesso a sproposito, anche perché non vuol sentire e non vuole vedere. E’ l’automobilista italiano, cugino stretto ma ancor più sprovveduto delle celebri tre scimmiette del “non vedo, non parlo, non sento”. Già perché l’automobilista italiano parla parecchio quando si lamenta dei carburanti troppo cari e delle vere o presunte speculazioni di chi li fabbrica, li distribuisce e li vende alla stazione di servizio. Salvo non fare nulla per risparmiare, anche quando il risparmio è sotto il naso. Perfino quando può tagliare il costo del rifornimento addirittura del 30% e oltre.

L’automobilista italiano non guarda la cartellonistica e non fa confronti anche tra due stazioni di servizio vicine pochi metri. E rinuncia tranquillamente al self-service quando nella stessa stazione di servizio qualcuno è disposto a inserire la pompa nel bocchettone facendoli pagare il litro maggiorato. Ma il paradosso rimane quello delle stazioni di servizio tra loro vicine. Diciamo la verità: quella con il prezzo più alto, perfino esoso, addirittura speculativo, può prosperare indisturbata. Provare, e curiosare, per credere. Come ha fatto il vostro cronista in una domenica mattina in un quartiere abbiente della capitale.

Lungo lo stradone principale due automobili erano pazientemente in fila per fare rifornimento ad una colonnina che esibiva a chiare lettere un prezzo record, vicinissimo ai due euro al litro per la benzina. Per giunta con il sacrificio di dover fare da soli. Evidentemente l’abitudine a un minimo di confronto non c’è proprio. Altrimenti indomito automobilista, generalmente poco avvezzo al self-service, avrebbe potuto fare pochi metri per imbattersi, sempre comodamente nella stessa direzione, in una stazione di servizio con un altro primario marchio, dove un volenteroso inserviente era pronto a offrirgli la benzina ad un prezzo inferiore di circa il 10%, per giunta senza farlo alzare dal sedile. Ecco qui di seguito la foto dei due cartelloni che i gestori sono obbligati da qualche tempo ad esporre proprio ad uso del distrattissimo automobilista.

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Miracoli un quartiere bene? Doppio miracolo, se vogliamo perché anziché fermarsi al secondo distributore il nostro automobilista avrebbe potuto trotterellare per altri 300 metri, fare una curva a destra e poi una curva a sinistra per imbattersi in un altro distributore che con grande correttezza aveva settato al ribasso, per il self-service domenicale, tutte e quattro le colonnine di rifornimento normalmente servite da un addetto. Risultato: un prezzo allineato a quelli più clementi del mercato. Fosse capitato da quelle parti uno dei pochi a automobilisti veramente accorti, e capaci di fare un confronto per risparmiare un bel po’ di soldi, avrebbe potuto allungarsi di altri 300 metri per portarsi su una strada di grande scorrimento dove, senza allontanarsi dal blasonato quartiere, avrebbe potuto risparmiare addirittura il 30% o giù di lì rispetto alla prima stazione di servizio di cui abbiamo parlato. Ecco, anche qui, la foto dei due cartelloni.

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About Federico Rendina

Federico Rendina, Roma 1954, giornalista professionista dal 1982. Si occupa di tecnologie, politica economica, concorrenza e mercati liberalizzati. Ha seguito in particolare il percorso di liberalizzazione delle telecomunicazioni e dell’energia. Ha lavorato al quotidiano Il Giorno, ha guidato la redazione di Roma del settimanale Mondo Economico, è stato giornalista parlamentare e inviato speciale del Sole 24 Ore. Ha una smodata passione per il fai-da-te, le motociclette, l'aranciata, le brioche, le barche a vela, lo sport praticato (buon sciatore, pensa di cavarsela a tennis ma non è vero). E’ uno dei pochi italiani refrattari al gioco del calcio. Silvia lo ha sposato. Vive tra Roma e Milano.

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