Lampi di Piano energetico

La buona volontà c’è. E i segnali sono incoraggianti. Potrebbe arrivare davvero entro fine anno il più volte promesso, e ormai urgentissimo, Piano Energetico Nazionale. Il Governo sta affinando la sua “bozza di consultazione” ad ondate successive. Con molte idee forti. Dal raddoppio delle estrazioni nazionali di idrocarburi (una “miniera” che usiamo davvero poco) ad alcune mosse non si sa se praticabili ma comunque coraggiose. Sarà ridiscusso il principio del prezzo unico nazionale dell’elettricità: gli amministratori che ostacolano le infrastrutture energetiche se la vedano con i propri cittadini. E stop agli extraoneri nelle bollette elettriche per finanziare le rinnovabili. Un contributo verrà anche da quelle del gas. Che però diventeranno più lievi grazie alla trasformazione del nostro paese in un hub metanifero mediterraneo. Qui (clicca per scaricare)  l’ultima bozza del Piano del Governo. Qui di seguito l’ultimo articolo pubblicato dal Sole 24 Ore.


(Il Sole 24 Ore – 7 settembre 2012)

Il tanto atteso piano energetico nazionale prende forma all’insegna di qualche autentica rivoluzione, almeno a dar retta alla nuova bozza partorita dal Governo nelle ultime ore. Primo esempio: i nuovi incentivi per il finora trascuratissimo solare termico saranno finanziati (un decreto ad hoc è atteso a giorni) con la bolletta del gas e non con quella elettrica, ormai stracarica di oneri. Seconda e non meno importante mossa: potrebbe scomparire il prezzo unico nazionale per l’elettricità prodotto dall’attuale borsa elettrica, a favore di un prezzo territoriale legato evidentemente all’efficienza e alle dotazioni dei mercati locali. Ciò servirà a dissodare per amore o per forza la politica dei veti locali alle nuove infrastrutture energetiche, che peraltro rappresentano un elemento essenziale del nuovo piano governativo.

Ed ecco, nero su bianco, molte delle promesse ben circostanziate nella terza bozza riservata del documento sulla «Consultazione pubblica sulla nuova strategia energetica nazionale» (si veda Il Sole 24 Ore del 31 agosto).

L’Italia potrà e dovrà diventare l’hub europeo del gas. Nel frattempo dovranno essere raddoppiate le estrazioni di petrolio e metano nel nostro territorio, rivedendo la stretta di due anni fa che ha portato da 5 a 12 miglia dalla costa l’area di divieto delle esplorazioni e estrazioni di idrocarburi.

Tutto ciò per dare corpo e sostanza al sogno (o meglio, all’obbligo) di eliminare uno dei principali divari di competitività del nostro paese: al 2020 i prezzi finali dell’energia, ma anche quelli di carburanti, dovranno essere allineati all’Europa abbattendo a 14 miliardi di euro l’anno, dai 62 miliardi attuali) la fattura energetica italiana. Riducendo la nostra dipendenza record dall’import energetico dall’84 ad un comunque ingombrante 67%.

A oliare la marcia dovranno essere anche la maggiore efficienza energetica e l’ulteriore aumento del ricorso alle energie rinnovabili con una crescita al 23% della loro incidenza sui consumi primari rispetto all’11% del 2010 «facendone la prima fonte energetica al posto del gas». Attutendo però il peso degli incentivi, ribadisce il Governo sull’onda del quinto conto energia per il fotovoltaico che rappresenta l’ultimo (e comunque ridotto) sistema di sussidi ai pannelli solari dopo gli indubbi eccessi degli ultimi anni, in previsione della loro competitività netta rispetto alle altre fonti energetiche (grid parity).

Gli investimenti pubblici – promette il Governo nella bozza di Piano – non mancheranno. Concentrandoli magari sulle altre rinnovabili, come il solare termico. O, ancor meglio, sul guadagno di efficienza. Anche perché – si azzarda – non sarà un salasso per le casse dello Stato ma un affare.

Un supporto pubblico cumulato al 2020 pari a «15-20 miliardi» sarà infatti «in grado di stimolare 50-60 miliardi di euro di investimenti complessivi». Con un effetto volano ancora più vistoso, visto che complessivamente sono «stimati – si legge nella bozza – 180 miliardi di euro di investimenti da qui al 2020, sia nella green e white economy (rinnovabili e efficienza energetica), sia nei settori tradizionali (reti elettriche e gas, rigassificatori, estrazioni ma anche stoccaggi). Il tutto abbattendo del 19% le emissioni di gas serra. Superando – azzarda il Governo – gli obiettivi Ue assegnati all’Italia (-18% rispetto alle emissioni del 2005).

4 comments on “Lampi di Piano energetico

  1. Peppe Croce

    Ovviamente è un caso che mentre Passera sulla bozza della SEN scrive “Sviluppo dell’offshore ibleo” Edison deposita i documenti per la VIA della nuova piattaforma Vega B nel mare ibleo…

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  2. Simone V.

    E’ davvero delittuoso che i giornali non denuncino il pericolo di nuove trivellazioni (in mare soprattutto) su un suolo nazionale altamente sismico, quando le intere riserve petrolifere italiane conosciute non basterebbero comunque a soddisfare nemmeno un anno di attuale fabbisogno del Paese. Ridicolo, considerando anche le royalties da fame a favore dei territori.

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