Verso la tragedia climatica? Ecco una mappa dei buoni e dei cattivi

Ci salveremo o no dalla tragedia climatica? La notizia buona e che i progressi ci sono, le fonti rinnovabili avanzano, così come l’efficienza energetica non solo nei trasporti ma anche nell’industria nel residenziale. La notizia cattiva, molto cattiva, è che proprio non funziona il bilanciamento tra le vecchie economie consolidate, che stanno facendo qualcosa, e le nuove economie emergenti, che alternano volenterose politiche di contenimento delle emissioni con spregiudicati via libera alle vecchie politiche inquinanti. Nel dubbio se prepararsi alla tragedia o mettere in atto nuove strategie per invertire davvero la parabola una cosa serve innanzitutto: una mappa realistica e più possibile precisa non solo dello stato dell’inquinamento provocato all’uso dell’energia ma anche dell’evoluzione tendenziale alla luce di quel che è stato fatto e delle politiche che si stanno implementando. Un valido contributo in questo senso viene dallo studio inglese Energy Revolution, a global outlook commissionato dalla società energetica britannica Drax e allestito da un gruppo di esperti dell’Imperial College di Londra e della società di consulenza E4tech.
Lo studio, bontà loro, è liberamente disponibile a questo indirizzo web. Rappresenta un compendio fondamentale per chiunque si deve occupare di analisi o di elaborazione delle politiche del settore.
Nella sintesi iniziale si sottolinea come sono molti paesi che negli ultimi 10 anni hanno abbassato il contenuto di carbonio nella loro produzione di elettricità al di sotto dei 100 grammi di CO2 per kilowattora (il limite considerato compatibile con le ultime tecnologie e un buon livello di remunerazione degli investimenti) mentre purtroppo la media dell’elettricità prodotta del mondo rimane intorno al preoccupante valore di 400 grammi di CO2/kWh.
Buoni e cattivi? Lo studio britannico elogia il proprio paese sottolineando come l’Inghilterra abbia addirittura raddoppiato il risultato. E un incoraggiamento, che smentisce qualche luogo comune, va persino alla Cina sta si continuando a costruire nuove centrali a carbone ma è in testa alla corsa delle rinnovabili, ad una velocità più che doppia rispetto ad esempio gli Stati Uniti, tant’è che sta “decarbonizzando globalmente il suo sistema elettrico più velocemente in molti paesi europei” mentre sono semmai altri quadranti asiatici a vanificare lo sforzo globale. E se un esempio positivo, ma era noto, è rappresentato dai paesi del Nord Europa, seguiti dal Giappone e poi appunto dalla Cina dagli Stati Uniti.
Certo, se guardiamo ai valori assoluti la situazione resta drammatica. E anche per la Cina rischia di valere poco l’apprezzamento per la buona volontà mostrata negli ultimi anni sulle rinnovabili. E lei, insieme a India, Polonia Sudafrica a utilizzare gigantesche quantità di carbone, con emissioni della generazione elettrica che continuano a immettere nell’atmosfera (che i questo caso, lo ricordiamo, va intesa in senso globale e non limitatamente all’area di emissione) il doppio di anidride carbonica rispetto alla media complessiva. E così – si ammonisce nello studio – tra il 2008 al 2017 l’intensità di carbonio del settore elettrico e diminuita appena del 7%. Ma per avere il dettaglio dei progressi, delle colpe e delle prospettive vale davvero la pena di dare un’occhiata allo studio.

About Federico Rendina

Federico Rendina, Roma 1954, giornalista professionista dal 1982. Si occupa di tecnologie, politica economica, concorrenza e mercati liberalizzati. Ha seguito in particolare il percorso di liberalizzazione delle telecomunicazioni e dell’energia. Ha lavorato al quotidiano Il Giorno, ha guidato la redazione di Roma del settimanale Mondo Economico, è stato giornalista parlamentare e inviato speciale del Sole 24 Ore. Ha una smodata passione per il fai-da-te, le motociclette, l'aranciata, le brioche, le barche a vela, lo sport praticato (buon sciatore, pensa di cavarsela a tennis ma non è vero). E’ uno dei pochi italiani refrattari al gioco del calcio. Silvia lo ha sposato. Vive tra Roma e Milano.

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