Rischio batterie, attenti a non scottarsi con la corsa al risparmio

Un futuro a batteria per salvare il clima? Ottima idea. Conservare e usare la corrente, a patto che sia davvero prodotta con le energie rinnovabili, è la carta da giocare per assicurare un futuro a noi e al pianeta. Ma guai a correre troppo a risparmio. Le batterie, è vero, sono care. Stiamo parlando di quelle al litio, che al momento rappresentano il miglior compromesso tra capacità, peso, durata, costi e prestazioni complessive. Il monopattino, l’auto elettrica, l’impianto di accumulo dei nostri pannelli solari domestici, i grandi sistemi a servizio del bilanciamento delle reti elettriche pubbliche. Batterie in ogni dove. Silenziose e tranquillizzanti, in apparenza. In realtà si tratta di dispositivi delicati, bisognosi di cure nel funzionamento e nei cicli di ricarica e scarica. Cure anche preventive. Nel senso che quando acquistiamo una batteria o un dispositivo dotato di batteria conviene stare davvero attenti a quel che ci si mette in casa, sotto i piedi, sotto il cofano o a maggior ragione dentro il nostro telefono cellulare super intelligente.

L’incendio (e magari l’esplosione) della nostra cara batteria è un fatto raro ma non del tutto inconsueto. Lo possiamo escludere se si tratta di apparati (la batteria e il suo dispositivo di ricarica) di buona qualità, certificati. Lo possiamo escludere un po’ meno se abbiamo a che fare con la dilagante marea di prodotti a basso costo prodotti prevalentemente in stabilimenti asiatici votati alla corsa al risparmio nei processi produttivi per offrire prodotti a prezzo stracciato. Succede per la verità anche grandi, che ci mettono grande attenzione. Figuriamoci ai piccoli, magari più disinvolti.  Il 30 luglio scorso in Australia un gigantesco incendio durato tre giorni è stato innescato da un’enorme batteria al litio ospitata container da 13 tonnellate oggetto di un test nel secondo insediamento “Big Battery” piazzato da Tesla in Australia a Moorabool, 80 chilometri da Melbourne nello Stato del Victoria. Ma le insidie, benché più piccole possano essere a noi molto vicine.

Protagonisti del rischio? Eccone alcuni. C’è il monopattino elettrico dalla marca sconosciuta comprato via Internet a costo dimezzato rispetto ai grandi marchi. C’è il telefonino sottomarca della sottomarca. C’è la batteria al litio che con grandi promesse di leggerezza e prestazioni sostituisce il nostro vecchio accumulatore al piombo dello scooter senza farci spendere una follia esibendo una sigla orientale sconosciuta ai più. E a proprio di scooter elettrici ci sono persino le scopiazzature asiatiche dei più rinomati scooter italiani, venduti in giro per il mondo con un cuore a batteria pronto a darci pericolosissimi grattacapi. Guardate qui.

About Federico Rendina

Federico Rendina, Roma 1954, giornalista professionista dal 1982. Si occupa di tecnologie, politica economica, concorrenza e mercati liberalizzati. Ha seguito in particolare il percorso di liberalizzazione delle telecomunicazioni e dell’energia. Ha lavorato al quotidiano Il Giorno, ha guidato la redazione di Roma del settimanale Mondo Economico, è stato giornalista parlamentare e inviato speciale del Sole 24 Ore. Ha una smodata passione per il fai-da-te, le motociclette, l'aranciata, le brioche, le barche a vela, lo sport praticato (buon sciatore, pensa di cavarsela a tennis ma non è vero). E’ uno dei pochi italiani refrattari al gioco del calcio. Silvia lo ha sposato. Vive tra Roma e Milano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *