Stipendio pieno agli assenteisti e premio a chi lavora. E’ la politica della “monnezza”

Non ce ne vogliano gli amici della Campania. Chi scrive è di origine per metà napoletana e il resto viene da Nord. Ma qui i pensieri corrono veloci alla sottile (mica tanto) distinzione partenopea tra “o’ posto” e “o’ lavoro”, che per la verità pare assai diffusa nel nostro curioso paese. Qui a Roma i portabandiera si ritrovano evidentemente all’Ama, l’azienda per i rifiuti celebre per aver una gestione che qualcuno definirebbe onomatopeica alla materia trattata. Tant’è che gli strateghi preposti a tale dissestata “azienda” hanno avuto – lo riferiscono i giornali della Capitale – una brillante idea: un premio di produzione di 360 euro dedicato a chi dimostra di non essere un assenteista cronico, abusivo, seriale. Vale per l’attuale emergenza, ma l’accordo stretto con i sindacati prevede la sua applicazione anche in altri periodi da verificare.

Trattasi di uno degli atti inaugurali cha accompagnano il neosindaco Roberto Gualtieri, che da uomo di esperienza sia gestionale che economico-finanziaria (di lui qualcuno ricorda che non solo ha fatto il ministro dell’Economia con il Governo Conte ma prima ancora ha gestito financo la Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo) vede strutturare la brillante idea con meccanismi degni del miglior business plan.

Benvenuto il nuovo strumento a disposizione dei dipendenti della “monnezza” romana insieme a rastrelli poco consunti e cassonetti sfondati. Servirà per favorire il “piano straordinario” di pulizia della Capitale promesso “entro Natale”. Trattasi – viene spiegato – di un’ “incentivazione all’aumento del tasso di presenza” che premierà un po’ tutti, anche coloro che dall’assenteismo cronico di disintossicheranno con la calma necessaria. Il bonus sarà infatti a scalare. Ti assenti del tutto? Niente bonus. Ti assenti a metà? Mezzo bonus. E via dicendo, fino a raggranellare il bonus intero se nel periodo di applicazione del bonus lavori per intero o quasi.

E poi diciamo che i politici sono cattivi, che si fanno gli affari loro, che sono spesso sordi alle istanze dei cittadini. Pensate: chi se la squaglia dal lavoro in maniera seriale e senza giustificazione in altre parti del mondo (in Italia per la verità succede poco) viene, semplicemente, cacciato. A Roma subisce l’onta di non essere premiato. Questione di proporzioni. O di punti di vista, o di svista istituzionale.

Critiche a Gualtieri? Come censurare il nuovo bonus del neo-sindaco in un paese che ha trovato modo di combattere l’evasione fiscale non con le manette o le sanzioni ma con una “lotteria degli scontrini” che premia chi ne fa uso? I tempi cambiano. Premiare chi aiuta le vecchiette ad attraversare? Roba antica. Premiamo piuttosto chi, consapevolmente, non le mette sotto.

About Federico Rendina

Federico Rendina, Roma 1954, giornalista professionista dal 1982. Si occupa di tecnologie, politica economica, concorrenza e mercati liberalizzati. Ha seguito in particolare il percorso di liberalizzazione delle telecomunicazioni e dell’energia. Ha lavorato al quotidiano Il Giorno, ha guidato la redazione di Roma del settimanale Mondo Economico, è stato giornalista parlamentare e inviato speciale del Sole 24 Ore. Ha una smodata passione per il fai-da-te, le motociclette, l'aranciata, le brioche, le barche a vela, lo sport praticato (buon sciatore, pensa di cavarsela a tennis ma non è vero). E’ uno dei pochi italiani refrattari al gioco del calcio. Silvia lo ha sposato. Vive tra Roma e Milano.

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