Il nucleare? Sepolto dai costi, non solo dalla paura

Effetto Fukushima? Il nucleare ha trovato un nuovo nemico giurato, ancor più duro da sconfiggere. Non bastava la paura dell’atomo impazzito. Ci si mette anche denaro. Nella fattispecie:  i costi per allestire le nuove centrali nucleari, dilatati dagli obblighi di sicurezza ridondante, dalle procedure autorizzative comprensibilmente puntigliose, dal curioso (ma solo perché non ci si è pensato prima) sovraccarico economico finanziario che deriva dall’obbligo di accantonare lungo la vita operativa anche le risorse necessarie per il futuro ripristino dei luoghi e smaltimento delle scorie. Ed ecco, come se ciò non bastasse, le numerose falle delle nuove tecnologie nucleari di terza generazione, che in attesa della tanto strombazzata quarta e poi della ancora fantomatica fusione, dimostrano di non funzionare così facilmente. Il nostro paese ha bocciato il nucleare la prima volta nel 1987. Lo ha ri-bocciato quando il governo Berlusconi lo voleva riattivare. Va detto che il nucleare è una componente importante dell’approvvigionamento energetico del nostro pianeta. Va detto che tecnici di indiscussa autorevolezza ammoniscono sulla necessità del nucleare di oggi e ancor più della ricerca sul nucleare di domani, magari evitando di farne un alibi strumentale per rallentare la ricerca e l’impegno sulle vere energie rinnovabili. Va detto che nel computo tra i pregi e difetti, tra i rischi e le opportunità, nessuna risposta appare scontata. Una cosa è certa: l’energia nucleare è una ”macchina” assai complessa e difficilissima da gestire. Che sta mostrando, anche nelle sue nuove declinazioni, vistose falle.  Clicca qui: Nucleare inglese, l'ostacolo dei costi

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