È, naturalmente, un indegno sospetto. Un orribile maldicenza. La Lega ha presentato il suo simbolo elettorale nel quale campeggia il Giulio Tremonti volutamente taroccato nel nome: treMonti. Proprio così. Un “tre” piccolino, una lieve introduzione. Monti ben in risalto. La rete, il popolo, il suo sentimento, la sua percezione, sono scivolati immediatamente nella solita malignità. Anche perché la spiegazione è subito arrivata: “Una scelta grafica con cui vogliamo dare un messaggio: Tremonti è tre volte meglio di Monti”. A parte la considerazione che se Monti rappresenta per la Lega il diavolo in persona, come da reiterate affemazioni delle ultime settimane, propagandare non un singolo diavolo ma un triplice Belzebù in un singolo involucro corporeo sembra un po’ curioso. Ma la malignità di cui ci dobbiamo dolere è naturalmente un'altra. Nel gioco dei taroccamenti, delle scopiazzature e degli scippi di simboli elettorali oggetto ieri di uno sconcertante arrembaggio, la Lega si sarebbe volutamente messa in prima fila usando l’indegno trucchetto per drenare un po' di voti. Giocando, anche lei, persino lei, sulla benedetta distrazione di chi vorrebbe votare il Professore. Davvero diabolico. Non il professore, in questo caso.